Londra, 28 aprile 2019. Massimo Nasuti, 3h53’16’’. Medaglia importante al collo.  Ma soprattutto centesimo finish sui 42 km!

Nell’ultimo anno il nostro Nasuti non ci ha fatto mistero di questo obiettivo, e con la caparbietà che lo caratterizza, e che tutti noi conosciamo, ha iniziato una preparazione e pianificazione meticolosa. L’obiettivo era dettagliato: indossare la medaglia della centesima maratona a Londra, una delle 42km  più ambite al mondo!

Ciò significava pianificare oltre 30 maratone in poco più di un anno, prevederne anche qualcuna in più in caso di imprevisti, e confidare in modo pieno e consapevole sul proprio fisico.

A livello mentale Massimo era ed è un atleta preparato, cosciente, razionale: ma non poteva sapere se e quanto il suo fisico l’avrebbe potuto seguire fino alla fine.

Così nel corso dei mesi lo abbiamo visto cimentarsi in maratone a giri, sulla sabbia, in collina ed in pianura, sotto la pioggia e in pieno agosto.

Massimo ogni 15 giorni (a volte anche ogni 7) indossava la divisa Tribù e via 42km e più, fino ad arrivare alla tanto attesa London Marathon.

E noi amici della Tribù abbiamo fatto il tifo per lui a distanza, per poi omaggiarlo al ritorno, alzando con lui i calici al cielo e con addosso le nostre divise, perché la vittoria di Massimo la sentiamo un po’ anche nostra e lui ci ha fatto un grande regalo.

Molti di noi inizialmente non hanno compreso a pieno il senso di una tale impresa. Perchè? Perché non tuffarsi in un’ultra? Perché non cimentarsi in gare di ogni genere? Semplicemente perché Massimo aveva fissato QUESTO obiettivo per lui. Perché Massimo la competizione ha deciso di farla solo con sé stesso, mettendosi alla prova su quei percorsi che lui ha sempre amato più di ogni altra cosa. Nel corso della sua splendida carriera atletica Massimo si è cimentato in una 100 km e in gare molto veloci e brevi, in percorsi in salita e in riva al mare. E poi ha scelto! E qui sta il senso della sua impresa: da amatori si corre contro sé stessi, fissando obiettivi individualmente, non rincorrendo nessun altro. Ciò che conta è correre verso ciò che ci fa stare bene e ci rende felici.  E gli occhi di Massimo con quella medaglia al collo erano colmi di felicità.  Per questo gli auguriamo altri 100 di questi giorni ! (Anche se, a ben pensarci, se vuole 100 feste così deve fare 10.000 maratone!!!!).